Dermatologia Veterinaria

Dott.ssa Silvia Colombo, visite dermatologiche su cani, gatti, cavalli, conigli

dermatologia veterinaria milano novara torino nervianoDott.ssa Silvia Colombo
Medico Veterinario
Diploma del College Europeo di Dermatologia Veterinaria
Dottore di Ricerca in Medicina Interna Veterinaria

Granuloma eosinofilico felino

Cos’è il granuloma eosinofilico felino?

Il granuloma eosinofilico felino comprende un gruppo di lesioni cutanee frequenti nel gatto: il granuloma lineare, la placca eosinofilica e l’ulcera indolente. La malattia compare di solito nei gatti giovani (2-3 anni di età) e la causa è sconosciuta: le lesioni del granuloma eosinofilico felino possono essere associate alle malattie allergiche o, in alcuni casi, possono essere familiari.

Come si manifesta?

Il granuloma lineare si manifesta con lesioni rilevate, dure, a cordone, spesso di colore rosa giallastro e localizzate sulla parte posteriore di una o entrambe le cosce; la placca eosinofilica si presenta con lesioni rilevate e arrossate, di forma rotondeggiante, localizzate sull’addome e molto pruriginose; l’ulcera indolente interessa le labbra con ulcere rilevate, dure e facilmente sanguinanti ed il gatto può avere difficoltà nell’assunzione del cibo e dolore durante la masticazione. I gatti colpiti possono presentare tutte e tre le manifestazioni cliniche contemporaneamente.

Come si diagnostica?

La presentazione clinica è suggestiva della malattia e l’esame citologico (nelle forme granulomatose) conferma la diagnosi; nei casi con lesioni di aspetto atipico è consigliabile eseguire una biopsia cutanea con esame istologico.

Quali sono le possibilità terapeutiche?

La terapia del granuloma eosinofilico felino si basa sulla somministrazione di glucocorticoidi (cortisone) o di ciclosporina per via sistemica, che portano alla guarigione della lesione, anche se spesso si osservano ricadute. Il successo completo della terapia dipende dall’identificazione dell’eventuale malattia predisponente.

Qual è la prognosi?

La prognosi è favorevole, ma se non viene identificata la malattia predisponente è necessario continuare la terapia per lunghi periodi, con il rischio di effetti collaterali.

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